Cosa sta succedendo in Iran? – Parte 2

“Cosa sta succedendo in Iran – Parte 1”

La seconda parte dell’intervista “Cosa sta succedendo in Iran?” ad Ala Azadkia, giovane imprenditrice, fondatrice di Shirin Persia, iraniana immigrata in Italia da otto anni. 

    1. I grandi temi della protesta che sta accadendo in Iran
    2. Le idee emerse dalle manifestazioni per il futuro in Iran
    3. Le testimonianze dirette di amici e familiari su quanto sta accadendo in Iran

    4. Il coinvolgimento internazionale nelle proteste in Iran

I GRANDI TEMI DELLA PROTESTA CHE STA ACCADENDO IN IRAN 

I.V: Abbiamo capito che quanto sta succedendo in Iran ha a che fare con il tema trainante dei diritti delle donne e, in aggiunta, il malcontento per il crollo economico del paese. Quali sono gli altri pilastri del movimento? Cosa si sta muovendo nelle coscienza degli iraniani e quali visioni li portano a manifestare?

Ala: Uno dei punti fondamentali e una delle novità è che finalmente il tema dei diritti femminili non è più visto come un problema di genere. Gli uomini hanno compreso che dove la donna non è libera ed è repressa, anche l’uomo non può essere libero e vivere una vita piena.

QUELLO CHE STA SUCCEDENDO IN IRAN IN RAPPORTO ALLA SUA STORIA

Dopo la rivoluzione del 1979, quando fu imposto il velo obbligatorio, questo fu visto dalla popolazione come un problema secondario. C’era una guerra e la sopravvivenza della nazione era in discussione. Poi, gradualmente, ci si rese conto che il velo non era un semplice pezzo di tessuto e che non era un problema secondario. Attraverso queste imposizioni simboliche si controlla e si condiziona la vita delle donne come si è visto dalla violenza che poi viene utilizzata contro di loro.

un velo islamico e ciocche di capelli di donna: i simboli di ciò che sta succedendo in Iran
Un velo islamico e ciocche di capelli tagliati: i simboli della protesta scoppiata in Iran

Le idee emerse dalle manifestazioni per il futuro in Iran

I.V: Esiste una visione di futuro che sta emergendo dalla protesta? Si pensa a un possibile “dopo”? E quali rischi si possono nascondere dietro un’alternativa all’attuale governo? Ricordiamo che dietro le primavere arabe e la destabilizzazione della Siria c’era la lunga mano della CIA e degli USA.

Ala: Tante volte ci siamo fermati in Iran perché eravamo preoccupati per cosa sarebbe successo dopo un’eventuale caduta della repubblica. Vari esperti che sto seguendo affermano che l’importante è portare a compimento una protesta e un cambiamento. Non ha senso fermarsi chiedendosi cosa potrebbe accadere dopo la caduta del governo. In tal caso allora non si dovrebbe neanche iniziare una protesta. 

In questa fase le persone vanno a manifestare in strada e poi sui social condividono le idee. Queste idee evolvono, vengono elaborate e rielaborate, da tutti insieme. 

Molti esperti stanno scrivendo e dando contributi di vario tipo per creare una nuova idea di paese. Per fare un esempio giorni fa un esperto ha scritto un articolo su “chi non ci serve” facendo un elenco delle figure superflue o dannose che esistono attualmente nella nomenclatura dello stato.

Insomma i contributi sono tanti e da varie fonti sia su ciò che c’è da togliere che su ciò che è necessario creare. Stanno convergendo tante idee e tante coscienze in un movimento unico. 

I RISCHI E LE MINACCE DEL CAMBIAMENTO CHE STA ACCADENDO IN IRAN

Le minacce esistono e ne siamo consapevoli. Per esempio giorni fa Anonymus il movimento di Hacker dietro cui non si sa chi vi sia, si è schierato con le proteste fingendo di fornire dati sensibili del governo che in realtà erano già in rete e disponibili a chiunque. Anche Elon Musk si è offerto di garantire internet con i suoi satelliti. Peccato che per ora, con la scusa di fornire servizi tramite Star Link, social network come telegram e whatsapp sono stati riempiti di malware, programmi che mettono a rischio i sistemi informatici, la privacy e la sicurezza del paese. 

I.V: Tenendo conto che L’Iran è uno degli ultimi paesi del medio oriente dotato di una certa stabilità e fuori dall’influenza diretta degli USA questo è un dato preoccupante.

Ala: Sì, è vero. Però sappiamo che ormai i servizi segreti israeliani conoscono e monitorano il paese, i suoi politici e i suoi scienziati dettagliatamente. Quindi ci chiediamo quanto realmente siamo fuori dalla loro influenza o se sia tutta un’illusione. 

Le testimonianze dirette di amici e familiari su quanto sta accadendo in Iran

I.V: In Iran hai la tua famiglia e tanti amici e conoscenti. Cosa ti raccontano loro di quanto sta succedendo e tu ti senti più preoccupata o speranzosa per il loro futuro?

Ala: Per quanto riguarda i racconti loro mi confermano quanto vedo e so da Instagram. Confermano gli attacchi e le violenze della polizia, le incursioni notturne nelle case, gli arresti e i rapimenti. 

Molti miei amici hanno come me tanta paura, alcuni di loro sono stati anche feriti fisicamente, ma sono felici, si sentono vivi.

Negli anni scorsi tutte le manifestazioni sono sempre finite nel sangue, apparentemente non abbiamo mai portato risultati a casa. Forse però quelle esperienze e quegli errori sono serviti per costruire la realtà di oggi e questo movimento.

Un tempo la gente dava molta importanza alla piazza, oggi si da ancora più importanza al dialogo. Prima una persona diceva una cosa e gli altri o erano con lui o contro di lui. Oggi si inizia a parlare, discutere e a crescere insieme. 

Ala Azadkia insieme a collaboratrici artigiane iraniane: Ala ci racconta cosa sta succedendo in Iran in questi giorni
Ala Azadkia a Khorashad (Iran) insieme ad alcune collaboratrici artigiane del progetto Shirin Persia

IL COINVOLGIMENTO INTERNAZIONALE NELLE PROTESTE IN IRAN

I.V: Queste manifestazioni non sono rimaste nei confini dell’Iran ma sono arrivate prima di tutto con le loro immagini in tutto il mondo e hanno trovato solidarietà e sostegno in vari stati.

Ala: Sì, ci sono state tante manifestazioni di solidarietà in varie parti del mondo. In Afghanistan, con tutti i problemi che hanno loro, per esempio, è stata organizzata una manifestazione molto carina dalle donne. anche loro hanno utilizzato lo slogan “Donne, Vita, Libertà”. Anche nel Kurdistan iracheno ci sono state manifestazioni che appoggiano le proteste in Iran. Anche in Turchia c’è stata molta solidarietà. Grandi manifestazioni si sono svolte in Canada e un po’ in tutti i paesi in cui sono emigrati gli iraniani. E queste manifestazioni continuano. 

La protesta in Iran: un nuovo modello internazionale di ribellione democratica?

I.V: Cosa ti senti di dire come conclusione riguardo ciò che succede in Iran in questi giorni? Forse si sta creando una condizione che ancora, a insaputa dei manifestanti stessi, potrebbe essere un modello di protesta per il mondo intero?

Ala: Diversi intellettuali stanno identificando nella protesta in Iran qualcosa di assolutamente nuovo nello scenario internazionale.

Se si vuole comprendere a fondo cosa sta succedendo in Iran in questo periodo questa parte è fondamentale.

La novità sta nei contenuti, nei modi e nella grandezza della rivolta. Questa ribellione è appena iniziata  ed è in piena evoluzione, ma ha tutti i numeri per diventare un esempio di lotta democratica per tutto il mondo. Uno dei grandi tesori che in effetti abbiamo in Iran è l’orgoglio e l’unità come nazione. Questo orgoglio nazionale è un aspetto che abbiamo ereditato del nostro passato millenario.

E’ proprio grazie al nostro senso di unità che abbiamo salvato più e più volte nella storia il Nowruz la festa più antica del mondo. Hanno provato a togliercela un po’ tutti i nostri invasori: i mongoli, gli arabi, e anche la repubblica islamica. Però la gente ha voluto tenere questa festa come simbolo delle proprie radici. Questa unità riguarda non solo gli iraniani in Iran ma anche quelli sparsi in tutto il mondo.

E questo senso di unità si sta esprimendo come una forza inarrestabile proprio in questi giorni. 

manifestazione in Iran che sta succedendo: una donna col cartello Woman, Life, Freedom.
Photo by Artin Bakhan on unsplash

Bibliografia consigliata:

copertina del libro: finché non saremo liberi sulla storia dell'Iran
finché non saremo liberi

Iran la mia lotta per i diritti umani - Shirin Ebadi

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