IL MONDO DEI SUFI – SECONDA PARTE

Leggi: Il mondo dei Sufi – prima parte

    1. La poesia nel mondo dei Sufi
    2. Attar
    3. Rumi
    4. Hafez
    5. Evoluzione del Sufismo: la nascita delle scuole e il Neosufismo
    6. I principali concetti Sufi
    7. Gli esercizi Sufi
    8. Le apparenti contraddizioni con l’Islam ortodosso
    9. Franco Battiato: il mondo dei Sufi entra nella cultura pop italiana

LA POESIA NEL MONDO DEI SUFI

Lo strumento che ha reso celebre e ha permesso al mondo e alla mistica dei sufi di giungere a noi è senz’altro la poesia. Alcuni dei più celebri mistici facenti parte del mondo Sufi, infatti, sono diventati fra i più importanti poeti della letteratura persiana creando dei veri e propri stili poetici innovativi.

Potrebbe sembrare strano l’utilizzo della poesia per esprimere una spiritualità fatta in molti casi di privazioni, isolamento, disciplina. In realtà la poesia nel mondo dei sufi rappresenta uno strumento complementare: la via di comunicazione perfetta per potere parlare di esperienze mistiche dirette che per loro natura sono indescrivibili. 

Divennero quindi utilissimi l’uso di metafore e del linguaggio simbolico. Questo fu in grado di comunicare andando oltre il linguaggio lineare e logico quotidiano.  Si espresse così un linguaggio multidimensionale al quale si può accedere e diversi livelli in base al proprio grado di coscienza.

La poesia Sufi è proprio questo: uno scrigno di tesori dal quale è possibile attingere in base al proprio livello di coscienza. Per taluni potranno sembrare versi senza molto senso, per altri delle belle ed eleganti poesie, per altri ancora dei portali per comprendere il rapporto con l’assoluto.

libro di poesie del mondo dei sufi che forma un cuore con le sue pagine
photo by Theo Crazzolara on unsplash

FARID AL-DIN ‘ATTAR

Uno dei primi e principali esponenti della poetica sufi è Attar (Nīshāpūr, 1145 Nīshāpūr, 1221) dottore e farmacista.

L’inizio dei suoi viaggi e del percorso nel mondo dei Sufi è legato a un aneddoto: nella sua farmacia entrò un monaco Sufi che lo rimproverò per la troppa opulenza della sua bottega e lo invitò a una vita meditativa l’unica in grado di dargli una morte degna. Attar gli chiese di dimostrarglielo e lui si distese a terra e morì. Da quel momento Attar viaggiò moltissimo e si dedicò alla vita religiosa. 

La sua produzione poetica prima di tutto onorò i sufi e le loro dottrine. Infatti egli fin dalla giovane età provava per loro un profondo fascino e ammirazione. Alcuni punti chiave delle sue opere furono:

    • la fusione dell’uomo in Dio che può arrivare fino all’annichilamento totale in Dio 
    • Tutta la realtà è fatta di un’unica sostanza, quindi una unione profonda di tutti gli esseri esistenti 
    • La possibilità di conoscere Dio attraverso la conoscenza di sé stessi
    • Dio può manifestarsi sottoforma di altri uomini

Nella sua opera più celebre (Il discorso degli uccelli) egli rappresenta attraverso una storia simbolica il concetto dell’essenza divina. Essa è dentro l’uomo stesso il quale per trovare Dio deve cercare dentro di sé. Così ogni risposta alle domande di un ricercatore spirituale può essere trovata solo ed esclusivamente nella propria interiorità.

Attar fu uno dei poeti mistici più importanti del mondo dei Sufi. Egli e le sue opere furono gli elementi che influenzarono maggiormente Rumi nella sua concezione di sufismo. Secondo la tradizione l’anziano Attar incontrò il giovane Rumi regalandogli un esemplare del suo poema Epico “il libro dei segreti” nominandolo come ideale continuatore della sua opera.

Se gli occhi del cuore sono aperti scoprirai cento segreti in ogni atomo.

Attar

mausoleo di Attar uno dei poeti mistici più importante del mondo dei Sufi
Mausoleo di Attar situato a Nishapur (Iran). Photo by Mohammad Rahighi on unsplash

GALAL al-Din Rumi

Rumi (1207 Balkh, Afghanistan – 1273 Konya, Turchia) rappresenta senza ombra di dubbio il più celebre poeta divinamente ispirato e di estrema raffinatezza che il Sufismo abbia consegnato alla storia.

Figlio di un predicatore sufi morto prematuramente fu introdotto e formato al percorso sufi dagli amici e studenti del padre.  

Il punto di svolta fondamentale nella vita di Rumi fu l’incontro con il suo maestro e più grande amico Shams: mistico vagabondo il cui centro della predicazione fu l’amore visto da lui come la via più sicura per arrivare a Dio. 

Il Pensiero di Rumi

“Al di là del bene e del male esiste uno spazio. Lì è dove ti reincontrerò“

Rumi

Rumi si autodefiniva un “appassionato amante di Dio” lontano da convenzioni sociali e stereotipi religiosi. Egli arrivò quindi a esprimere sé stesso e i suoi sentimenti in maniera non ortodossa, non convenzionale arrivando a creare uno stile poetico unico nella letteratura persiana. 

Per questi motivi risulta molto difficile sistematizzare il suo pensiero e riassumerlo in maniera organica. 

Il Dio di Rumi è un’entità trascendentale, al di là delle nozioni umane del bene e del male, del niente e dell’essere. Secondo Rumi non vi è un’unicità dell’essere e che quindi ogni cosa e ogni entità sia riconducibile all’uno e cioè Dio. Dio è quindi un’entità che intervenendo nella materia crea in maniera del tutto arbitraria, a suo piacimento. Tutti gli individui presenti nel mondo aspirano di conseguenza a raggiungere Dio. Al culmine della potenza creatrice di Dio Rumi pone l’uomo che aspira ad elevarsi al di sopra del mondo materiale per raggiungere Dio. L’uomo è quindi un aggregato di corpo, anima, intelletto e spirito sottile legato all’aspirazione divina. Quest’ultimo aspetto per Rumi appartiene solo ai profeti e ai santi. Essi sono visti come dei messaggeri di Dio mandati fra gli uomini per ricordare lo status elevato che l’umanità gode nel piano divino.

Rumi percepisce diversamente dai credenti comuni di godere di una grande libertà impegnandosi attivamente nel servizio di Dio. Per lui l’uomo nel rapportarsi a Dio non potrà mai fondersi totalmente divenendo così veramente completo ma manterrà la sua identità umana sentendosi in questo modo sia uomo che divino allo stesso tempo.

LA MUSICA E LA DANZA

Una delle caratteristiche fondamentali della scuola di Rumi  era l’importanza concessa alla musica e alla danza viste come forme di ascesi mistica e avvicinamento a Dio, vere e proprie forme di preghiera. I riti contenenti musica e danza furono standardizzati fino a culminare nella celebre cerimonia rotante di danza segno distintivo della Mawlaniyya l’ordine sufi fondato da Rumi.

La danza estatica rotante messa in atto dai seguaci di Rumi rilasciava così tutta l’energia spirituale infondata dalla lettura delle poesie mistiche di Rumi.

Statua di Rumi a Smirne (Turchia)

Hafez: l’oracolo del mondo Sufi

Khāje Shams o-Dīn Moḥammad Ḥāfeẓ-e Shīrāzī (1315 -1389 Shiraz) era chiamato Hafez, cioè colui che sa a memoria il Corano. Fu uomo di grandissima cultura religiosa, è considerato dai persiani come un vero oracolo. E’ in occasione delle festività più importanti che in Persia si pongono domande e si apre a caso il suo canzoniere (Divan) per ricevere risposte. Egli infatti è chiamato anche “l’interprete dei misteri“.

Della sua vita non si sa molto, fu poeta delle varie corti succedute nella regione persiana, soprattutto della corte di Shiraz. Egli all’inizio della sua attività si dedicò a scrivere poesie d’amore così coinvolgenti da essere considerate quasi erotiche. La sua grande abilità fu proprio quella di scrivere di amore terreno, parlare di bellezza femminile in modo così sublime da giungere su un terreno mistico. La sua ispirazione religiosa prese la corrente del sufismo. Nonostante egli si presentasse nei suoi canzonieri con identità Sufi non esitò più volte a criticare le confraternite del mondo dei Sufi per la loro ipocrisia e i loro malaffari.

Egli scrisse di amore terreno e di amore divino, parlò della bellezza di Dio e intravide nella bellezza terrena il suo riflesso

La sua poesia è composta da intrecci, sovrapposizioni, metafore. Queste sono capaci di cogliere contemporaneamente sia gli aspetti materiali che quelli trascendenti degli oggetti della sua mistica.

“Persino Dopo Tutto questo tempo Il Sole non dice mai alla Terra: “Mi sei debitrice” Guarda che succede Con un amore del genere, Illumina tutto il cielo.“

Hafez

tomba di Hafez, il poeta più amato in Iran del mondo dei sufi
Particolare del mausoleo di Hafez a Shiraz. Photo by Mostafa Elmi on unsplash

EVOLUZIONE DEL MONDO DEI SUFI: LA NASCITA DELLE SCUOLE E IL NEOSUFISMO

A partire dal X sec dc iniziò la divulgazione del sufismo con lo sviluppo di una sua storiografia. Furono fondate scuole e ordini in cui un maestro insegnava a tanti discepoli. Prima di tale periodo l’insegnamento e la trasmissione delle pratiche avveniva da un maestro a un allievo. In alcuni casi l’allievo  poteva rivolgersi anche a più maestri. Questa nuova fase determinò l’espansione e lo sviluppo della conoscenza delle tradizioni sufi.

Dal 1300 dc si può parlare di “neosufismo”. Questa fase fu contraddistinta dalla nascita di nuove correnti alcune delle quali misero particolarmente l’accento sul rapporto col profeta Maometto in alcuni casi visto come via e pratica centrale. Questo aspetto poteva essere visto come una contraddizione con la visione tradizionale dell’islam che identifica nel rapporto esclusivo con Dio l’unica via di salvezza.

Un’altra possibile contraddizione con la visione ortodossa islamica di questa fase era la visita e venerazione delle tombe dei santi vista di cattivo occhio nella visione monoteistica islamica.

ALCUNI CONCETTI PRINCIPALI DEL MONDO DEI SUFI

Di seguito tratto di alcuni dei principali aspetti che fanno parte della filosofia sufi. Questi aspetti  li possiamo ritrovare in altri percorsi non solo religiosi come l’alchimia, l’esoterismo e altre vie di crescita interiore.

Il percorso (tariqa)

La filosofia Sufi ha identificato un percorso per i fedeli costituito da tre fasi: islam, iman, ihsan.

1° fase: ISLAM

Il primo è costituito dalla depurazione, espiazione durante la quale si osservano scrupolosamente i precetti religiosi e ci si abbandona al volere di Dio.

2° fase: IMAN

La seconda fase è la fase di realizzazione dei principi religiosi grazie alla quale si acquisisce serenità e sicurezza superando gli “accidenti” della vita quotidiana.

3° fase IHSAN

La terza fase prevede l’assimilazione e l’incarnazione di tutte le verità della fede: in questa fase il fedele serve Dio come se lo vedesse, è a diretto contatto mistico con lui e ne percepisce la presenza costante realizzandola in ogni sua azione.

Queste tre fasi possono ricordare le tre fasi della divina commedia (inferno purgatorio e paradiso) e le tre fasi del percorso alchemico (nigredo, albedo, rubedo). 

I BASSI IMPULSI E L’ASPIRAZIONE AD ASCENDERE

L’essere umano è diviso fra due forze contrastanti: i bassi istinti e il cuore.

Nafs: i bassi impulsi

Nafs corrisponde alla parte più bassa dell’esistenza interiore dell’uomo, alla sua natura animale e satanica. Essa corrisponde agli impulsi biologici, ai bisogni della mente superficiale e si colloca nel corpo in corrispondenza della pancia, nello stomaco. La Nafs può essere identificato con quella che l’alchimia identifica come “macchina biologica”.  In particolare la nafs può essere identificata con la meccanicità e gli automatismi dell’Ego inferiore. La Nafs è preda delle basse emozioni: paura, collera, tristezza, in questo può essere associata anche al concetto di corpo di dolore e corpo di paura.

Più il fedele si eleva nel suo percorso più la Nafs diventa innocua, disarmata, fino a rappacificarsi e a diventare pura.

IL CUORE: TRONO DI DIO

La seconda forza è quella del cuore diviso in quattro parti sempre più interne.

SADR

Il petto, sadr, è la sede della luce dell’Islam, il deposito della conoscenza del Corano e della legge religiosa.

QALB

Il cuore qalb sede della luce della fede, dell’accettazione, della scienza utile, della conoscenza della realtà. Corrisponde alla fase del credo.

FU’AD

Il cuore interiore Fu’ad attraverso il quale si vede la realtà così com’è, corrisponde alla fase della gnosi.

LUBB

Il cuore più interno lubb corrisponde alla luce dell’unità col divino. Queste tre parti corrispondono alle tre fasi tariqa.

Per i sufi l’occhio del cuore è la visione spirituale e il cuore è il trono di Dio in noi. E’ quindi l’attività e la visione dal cuore a ispirare il percorso mistico che porta verso Dio.

Nessuna azione che ha origine dal nafs senza la partecipazione del cuore è presa in considerazione nel giorno del giudizio finale per i sufi.

RIYADAH: LA DISCIPLINA

Il risultato di mantenere sotto controllo il nafs lo si ottiene esercitando la disciplina riyadah che porta a evolvere attraverso vari stadi di consapevolezza. 

GIHAD: LO SFORZO INTERIORE

Esiste uno sforzo “gihad” interiore che utilizza il fedele per contrastare il nafs e le sue pulsioni aderendo ai precetti, alla disciplina e agli esercizi religiosi. 

TAWAKKUL: FIDUCIA IN DIO E NELLA VITA

La fiducia incondizionata a Dio tawakkul è uno degli elementi fondamentali che ritorna nell’atteggiamento sufi nei confronti della vita come quello del desiderio di ritorno all’uno, a Dio, vista come una naturale tensione da perseguire durante tutta l’esistenza.

DHIKR O ZEKR: IL RICORDO DI DIO, DI Sé, LA PRESENZA

Lo sforzo attraverso la disciplina per raggiungere l’unione mistica con Dio prende forma nel ricordo di Dio dhikr o zekr in persiano, nella rimembranza attraverso la presenza, la meditazione o la ripetizione di una determinata formula. Forme di dhikr possono essere anche la musica, il canto, la danza, il movimento ritmico del corpo. 

KASHF: L’ESPERIENZA DIRETTA

Le varie pratiche ed esercizi tramandate dai maestri sufi possono portare i praticanti ad avere esperienze  mistiche. Questi disvelamenti interiori chiamati Kasf sono assimilabili a forme di esperienze dirette, di illuminazione.

WAQT: IL MOMENTO MISTICO

Il momento mistico, l’incontro con Dio è denominato Waqt, un istante fuori dal tempo.

SIDQ: LA SINCERITà

Un altro principio fondamentale legato alla ricerca della purezza dei sufi è la sincerità e la verità Sidq tanto che Dio è anche denominato Al Sadiq il veridico.

BAQA: LA SOPRAVVIVENZA IN DIO

Un concetto molto interessante è Baqa: la sopravvivenza in Dio, cioè il mantenimento della propria individualità pur essendo in unione con lui. Lo si potrebbe definire come l’esperienza di vivere nel mondo,  senza essere del mondo. I sufi infatti generalmente vivono nel mondo e svolgono varie attività per poi ritirarsi periodicamente per i loro esercizi ma raramente vivono in costante eremitaggio, vivono il mondo. 

NUR: La Luce

Legato a questa ricerca cosmica è anche il tema fondamentale della luce. Dalla simbologia orientale zoroastriana, al fuoco e alla luce che tornano sempre nell’Islam.

Nel Corano Abramo, che da ragazzino, andato nella natura,  vede sole stelle e luna che tramontano, e dice la frase “Non amo chi tramonta”.

L’aspirazione è verso una luce eterna, permanente.

Una delle preghiere della sera nel mondo dei Sufi è la preghiera della Luce: “Oh Dio, portami luce nel mio cuore, luce nella mia tomba, luce davanti, luce dietro di me, luce alla destra, luce alla sinistra”

mano di un sufi si allunga verso il sole
photo by Marc Olivier Jodoin on unsplash

GLI ESERCIZI SUFI

Riporto in questa sezione alcuni dei principali esercizi comuni praticati dalle diverse confraternite Sufi. Va ricordato che ogni maestro metteva a punto esercizi e pratiche diverse. Per questo motivo nel mondo dei Sufi esistono innumerevoli pratiche molte delle quali probabilmente perse.

KHALWA: IL RITIRO SPIRITUALE

Una delle pratiche fondamentali proveniente dal mondo dei Sufi è un periodico ritiro spirituale chiamato Khalwa. Questo periodo generalmente durava 40 giorni. Esso era caratterizzato da duri esercizi e continue preghiere che andavano svolti sotto la supervisione di un maestro.   

DHIKR: IL RICORDO DI DIO

Il ricordo di Dio è la principale forma di preghiera Sufi e avviene attraverso la ripetizione di una formula.Tale pratica è simile alla ripetizione di un mantra. Il vero valore del Dhikr non è tanto nelle parole ma nella presenza e nel sentimento interiore di apertura del cuore.

Una forma di Dhikr è anche la danza rotante dei Dervisci pratica ufficializzata da Rumi

La Danza rotante

La danza è per i sufi un modo per avvicinarsi a Dio e pregarlo. Essa corrisponde a una invocazione che porta a un’estasi dionisiaca.

Nella danza ci sono diversi livelli. Lo stesso gesto danzante interpretato da più persone rivela una profondità diversa e soggettiva per ogni individuo. Il rituale della danza rotante è codificato, non è una danza spontanea, o semplicemente estatica.

Rumi, di contro, quando scrive delle sue esperienze mistiche parla di questo movimento di rotazione da cui viene preso come un’estasi.

LE APPARENTI CONTRADDIZIONI CON L’ISLAM ORTODOSSO

Come si è visto in diversi punti di questo articolo i Sufi, pur rimanendo nel solco dello studio del Corano e nel rispetto dei principi islamici, in varie fasi si distinsero. Alcuni di loro come Al’Hallaj pagarono con la propria vita per avere espresso concetti considerati blasfemi.

ONORARE I SANTI E LE TOMBE

Una delle pratiche più discusse è quella di onorare i santi e le loro tombe. Questa tradizione per qualcuno andrebbe in contrasto con l’idea di pregare un solo Dio.

L’UNIONE MISTICA CON DIO IN VITA

Un ulteriore punto discusso è la condivisione di esperienze mistiche di unione, fusione e amore con Dio durante la vita. L’islam indica questa possibilità solo dopo la morte e vede nella vita una preparazione a questo incontro. 

L’IDENTIFICAZIONE CON DIO

Il tema più discusso e considerato maggiormente blasfemo è l’Identificazione con Dio. Al’Hallaj disse: “io sono Dio” e per questo fu messo a morte. Il tema della divinità insita nell’animo umano e l’identificazione con tale scintilla divina come ben sappiamo fu un tema centrale anche nel Cristianesimo.

Franco Battiato: il mondo dei sufi entra nella cultura pop italiana

Il mondo dei sufi è entrato nell’immaginario collettivo della cultura pop italiana grazie al compianto cantautore Franco Battiato. Battiato espresse apertamente la sua ispirazione al mondo dei sufi nella sua ricerca musicale/spirituale. Egli pur essendo un autore pop moderno riuscì a integrare i temi e lo spirito Sufi nella sua arte e nella sua musica, esattamente con lo spirito dei poeti mistici che utilizzavano poesia e musica per avvicinarsi all’assoluto.   

I TEMI

Battiato fa spesso riferimento al viaggio, al pellegrino eremita in continua ricerca dell’Uno che è l’Amato, l’Assoluto, la Verità l’Origine e la Fine.

La produzione artistica di Battiato da quella che lascia le sperimentazioni pop ed elettroniche di Cuccurucucu Paloma alle produzioni più profonde e spirituali come E ti vengo a cercare e di Un irresistibile richiamo, è una continua dichiarazione in musica d’amore e di fede.

Si può tranquillamente dire che Franco Battiato nella musica pregava.

LA PRATICA

Battiato tenne un incredibile concerto a Baghdad nel 1992 una delle capitali storiche del sufismo in cui cantò anche in arabo alcune delle sue opere.

Franco si unì a una confraternita sufi di Milano e praticò periodicamente la Khalwa, che è una sorta di breve eremitaggio, un ritrarsi dal mondo temporaneamente per poi ritornarci.

LA CURA

Nel mondo del sufismo il linguaggio della musica è molto utilizzato.  In molte confraternite Sufi si utilizza la musica per guarire i mali dell’anima: la musica è una cura.

Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza
Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza.

Franco Battiato (La cura)

Bibliografia consigliata:

Dialogo con l'universo

Gli insegnamenti spirituali del grande poeta mistico persiano - Rumi

copertina libro: io chi sono di franco Battiato
Io chi sono?

Franco Battiato

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